Con rogito notarile Tizio (titolare di una ditta individuale) nel 2006 ha acquistato un terreno utilizzando i fondi della ditta.
La parcella del notaio è stata intestata alla ditta (indicando la partita iva della ditta) .Il costo del terreno (20.000 euro) è stato pagato dalla ditta in quanto , pagando la fattura del notaio, ha pagato anche l'imposta di registro e gli altri oneri relativi al terreno.
Sopra questo terreno nel corso del 2006 il titolare ha costruito un immobile che una volta ultimato è stato utilzzato per l'attivita' della ditta.
Tutte le fatture ricevute nel 2006 dal costruttore dell'immobile sono state intestate alla ditta (indicando la partita Iva ) che le ha pagate e imputato a cespite ( fabbricati ) l'imponibile (300.000 euro) detraendosi l'Iva e deducendo dal reddito d' impresa le quote di ammortamento
Ora (nel 2015) il titolare intende cessare l'attività pertanto si chiede se sia corretto:
1- Fatturare al titolare (come privato) il costo di acquisto del terreno 20.000= (fuori campo Iva art. 2 c.2 in quanto l'acquisto era senza iva)
2- Fatturare al titolare (come privato) le spese sostenute per la costruzione 300.000= ( esenti iva art. 10 no pro rata in quanto occasionali) ) operando nel frattempo la rettifica della detrazione di 1/10 dell' Iva essendo trascorsi 9 anni (2006-2015) dalla data delle fatture
3- Assogettare a tassazione separata la plusvalenza di euro 72.000 cioè fatture di vendita 300.000 meno il valore contabile 228.000 (considerano un fondo ammortamento 300.000x3% per 8 anni 2006-2014 =72.000)
4- Se la ditta sospendesse solamente l'attività senza cessare, e nel 2016 fatturasse l'autoconsumo, potrebbe evitare la rettifica dell'Iva visto che sarebbero già trascorsi 10 anni 2006-2016 ? Potrebbe inoltre imputare a reddito ogni anno e fino alla cessazione, 1/5 della plusvalenza (avrebbe solo quel reddito) godendo quindi di una tassazione più favorevole rispetto alla tassazione separata (la media negli ultimi 5 anni è del 38%)
Grazie per una risposta