Buonasera dott. Cirrincione,
un nostro cliente ha avuto un accertamento da parte della Guardia di Finanza per gli investimenti 4.0. A cavallo tra il 2020 e il 2021 c’è stata una sovrapposizione di discipline agevolative relative al 4.0 praticamene si è passati da un credito di imposta del 40% da rateizzarsi in 5 rate annuali al più conveniente 50% da rateizzarsi in 3 rate annuali. Il cliente in questione ha saldato la fattura d'acconto (maggiore al 20% del valore del bene) prima del 16/11/2020 e la fattura di saldo, datata 31/03/2021, in parte il 14/04/2021 e in parte il 29/08/2022 e ha beneficiato del credito di imposta del 50% in 3 anni utilizzandolo in compensazione negli anni 2021 – 2022 e nel 2023.
Ora la Guardia di Finanza basandosi sulla circolare 9/E del 2021 contesta la detrazione del 50% perché secondo loro l’acquisto era stato perfezionato entro il 30.06.21 (interconnessione il 12/04/2021) e pertanto rientrerebbe nella normativa del credito di imposta del 40%. Secondo Lei ci sono gli estremi per invocare lo statuto dei diritti del contribuente, eccependo che in presenza di due agevolazioni fiscali è possibile scegliere quella più vantaggiosa? Nel caso in cui questa via non sia percorribile, il nostro cliente vorrebbe sistemare la problematica pagando e ravvedendo quanto utilizzato in più, prima della emissione dell'avviso di accertamento.
Supponiamo che il bene avesse un valore di 30.000 il nostro cliente ha utilizzato in compensazione il 50% pari a 15.000 euro in 3 rate da 5.000 (2021 -2022- 2023)
Ora secondo la GDF il credito spettante è del 40% pari a euro 12.000 da utilizzarsi in 5 rate da 2.400 ciascuna.
Si chiede come si dovrebbe procedere per ravvedere il tutto.
Come si calcolano le sanzioni e gli interessi sulle varie rate
se vanno inviate anche dichiarazioni integrative per sistemare i quadri RU
oppure se conviene aspettare l’avviso di accertamento che emetterà l’agenzia e poi sanare il tutto.
Grazie.