Buongiorno,
sulla base delle informazioni qui sotto evidenziate, si chiede conferma sull’applicabilità del cd “regime impatriati”:
- Soggetto con nazionalità francese ed italiana ha lavorato per 16 anni nel Regno Unito;
- Da settembre 22 lavora come dipendente presso una società Italiana e ha trasferito la propria residenza in Italia a partire da Febbraio 23.
- Il contribuente detiene quindi reddito di lavoro dipendente prodotto in Italia e svolge il proprio lavoro in Italia in qualità di responsabile acquisto;
- Il contribuente, tuttavia, svolge anche attività di consulente per una società UK tramite p.IVA UK. (responsabile acquisto anche per soc.UK)
- i compensi derivanti dallo svolgimento di attività di consulente in UK (£2.500/mese) sono maggiori rispetto al reddito di lavoro dipendente ITA (€ 2.100/mese)
- Le due società fanno parte dello stesso gruppo societario
- Il contribuente detiene un immobile in Inghilterra ora locato;
- Il contribuente detiene quote nel capitale della società Inglese
Considerando che:
Si chiede se il contribuente possa aderire al “regime impatriati” a partire dall’anno 2023 per i soli redditi di lavoro dipendente ITA, tenuto conto del trasferimento della residenza anagrafica e fiscale in ITA nel 2023 e dello svolgimento di lavoro dipendente in Italia, seppur non prevalente dal punto vista economico.
Qualora vi possa aderire, poiché non ha ancora effettuato richiesta al datore di lavoro italiano, si chiede conferma di quanto segue:
- La richiesta al datore di lavoro italiano potrebbe essere fatta nel mese di novembre chiedendo conguaglio per tutto l’anno 2023;
- Nell’eventualità non vi fosse capienza per il conguaglio nel 2023, il contribuente può fruire del beneficio in sede di dichiarazione dei redditi o modello 730;
- L’eventuale maggior imposta trattenuta nel 2023 e non conguagliata, che sarà certificata con CU2024, dovrebbe generare un credito IRPEF da chiedere a rimborso o utilizzare in compensazione con altri tributi.
Grazie.