Gentile Redazione si pone il seguente quesito.
In merito alla cessione del credito d'imposta 110% cd Superbonus, per spese sostenute nel 2021 e relative al I sal dei lavori. In seguito al rifiuto della cessione del credito da parte di Poste a fine febbraio 2022, per una richiesta caricata a novembre 2021, considerato che:
1) Poste non accetta più le rate delle spese sostenute nel 2021;
2) non è stato possibile ricorrere ad altri istituti di credito per la cessione;
si prospetta quanto segue:
- cedere i 4/5 del credito d'imposta pari alle rate non fruite per i 4 anni successivi alle Poste;
- portare in detrazione la prima rata in Dichiarazione dei Redditi del "contribuente".
Qui nasce la questione. Il contribuente che ha sostenuto le spese documentate da bonifici e fatture è parzialmente incapiente, però, il coniuge convivente avrebbe capienza totale. Inoltre, il coniuge ha un contratto di comodato registrati sull'immobile. Infine, la figlia, fiscalmente a carico ed incapiente, risulta comproprietario dell'immobile oggetto dei lavori.
Sarebbe corretto portare in detrazione da parte del coniuge convivente (marito) la prima rata del credito d'imposta per poi cedere, la moglie, le restanti 4 rate alle Poste?
Si conferma che non è possibile cedere parzialmente il credito tra coniugi, o meglio, la prima rata si cede al marito e le rate residue a un istituto di credito?
Cordialmente.