Un cittadino italiano, residente in Uk, iscritto Aire, dipendente di una società Uk, nel corso del 2020, durante la pandemia, è ritornato in Italia potendo svolgere il suo lavoro di sviluppatore software da remoto. Presupponendo inizialmente un breve periodo, non ha modificato la sua residenza (è rimasto iscritto Aire e residente anagrafe in UK). Contrariamente alle aspettative iniziali, ha trascorso la maggior parte dell’anno 2020 in Italia. Il suo datore di lavoro UK ne ha debitamente tenuto conto nella retribuzione come vediamo qui di seguito.
L’anno fiscale Uk non coincide con l’anno solare bensì con un periodo che va da aprile a marzo dell’anno successivo.
Risulta dalla documentazione che il contribuente ci ha consegnato che:
Di questi importi, le retribuzioni percepite nel 2020 ammontano a 10.000 (gen 20 - feb 20 - mar20) con una tassazione di 1.500. In questo periodo, pre-pandemia, il datore di lavoro e di conseguenza il fisco Uk lo ha ovviamente considerato residente fiscale UK.
Nel periodo successivo invece la situazione cambia:
Di questi importi, le retribuzioni percepite nel 2020 ammontano a 35.000 (apr 20 fino a dic 2020) con una tassazione trattenuta di 5.000.
Ad agosto 2021 le trattenute fiscali sono state restituite interamente al contribuente con un bonifico da parte del fisco UK: è stato evidentemente considerato residente fiscale Italia che svolge il lavoro dipendente in Italia seppure per un datore di lavoro Uk.
a) È corretto dichiarare in Italia i redditi percepiti nel corso del periodo gen 2020 – dic 2020 considerando il diverso trattamento fiscale operato dal fisco britannico, per cui, riprendendo le cifre sopra riportate:
b) il reddito è espresso in sterline: quale tasso di cambio devo utilizzare?
c) Oppure devo utilizzare le retribuzioni convenzionali (il lavoro è stato effettivamente svolto in Italia, ma il datore di lavoro è UK)