Gentile Dottor Cirrincione, faccio seguito alla precedente mail del 4 giugno a.c. ed alla Sua sollecita ed esaustiva risposta del 5 giugno per richiedere ulteriori ragguagli in merito ad un problema che mai avrei voluto affrontare. Una cliente del mio studio (DITTA INDIVIDUALE) – Esercente le seguenti attività : 1. ATTIVITà PREVALENTE 56.30.00 Bar senza cucina; 2. ATTIVITà sECONDARIA 47.26.00 Commercio al dettaglio generi di monopolio (con LICENZa autonoma); 3. ATTIVITà sECONDARIA 92.00.01 Ricevitoria lotto, superenalotto, totocalcio; 4. ATTIVITà sECONDARIA 47.62.10 Commercio al dettaglio giornali, riviste e periodici. è improvvisamente DECEDUTA nella notte di sabato 2 giugno. Alla data del decesso nell'esercizio lavoravano, oltre alla titolare, in qualità di dipendenti il cognato (inquadrato al 4' livello del CCNL dei Pubblici Esercizi con mansioni di barista) e la figlia (inquadrata al 6' livello del CCNL dei Pubblici Esercizi con mansioni di aiuto barista). La famiglia della signora è composta da un coniuge (lavoratore dipendente), dalla figlia di cui sopra e da un altro figlio maggiorenne (presumibilmente lavoratore autonomo in altro settore). In considerazione del fatto che i tre eredi avevano espresso il desiderio di proseguire l'attività ho ( alle Sue indicazioni via mail del 5 giugno) proceduto ad aprire la Partita IVA (indicando TUTTI i Codici ATECO della precedente ditta individuale) di una Società di Fatto (Eredi di���.) con il Modello AA7 compilato nella sezione D (successione ereditaria) comunicando il numero di partita IVA del decuius nell'apposito quadro. Dato che la licenza per l'attività di vendita di generi di Monopolio non può essere intestata ad una società ho provveduto all'apertura di una nuova Partita IVa (Codice ATECO 47.26.00) a nome del cognato (che oltre ad essere dipendente della precedente ditta individuale era iscritto al Monopolio come COADIUTORE). Nel frattempo gli eredi hanno presentato Dichiarazione di Successione indicando (oltre ai saldi di c/c l'attività d'impresa) valuta in 200.000,00 Euro (nella successione NON è stata espressa alcuna rinuncia relativamente all'attività commerciale in favore della figlia). A parte il cognato (che però attualmente NON è più dipendente – avendo aperto una propria Partita IVA) NESSUNO degli eredi è in possesso dei requisiti REC per la somministrazione alimentare. In questi giorni gli eredi della signora si sono recati all'Ufficio Commercio del Comune di Trezzano sul Naviglio dove gli è stato detto che è possibile richiedere una licenza (per sub ingresso causa successione) a nome della figlia (quindi cessando la s.d.f. e aprendo nuova ditta individuale) indicando come preposto il cognato della defunta (in possesso dei requisiti REC). QUESITI: Premesso che sono assolutamente certo che gli eredi NON abbiano fatto visionare la successione al funzionario del Comune di Trezzano: 1. Per la società di fatto era mia intenzione "caricare" i cespiti della ditta cessata ditta individuale a valore residuo da ammortizzare (al 31/12/2011 o al 06/06/2012???) e la differenza (tra il valore residuo dei cespiti più il magazzino e i 200.000,00 dichiarati come valore in successione) imputarli ad avviamento commerciale. Sarebbe corretta tale procedura? 2. Qualora mi confermi che l'imputazione ad "avviamento" della differenza di cui sopra sia corretta, la s.d.f. potrà ammortizzare e dedurre tale "avviamento"?? 3. Secondo Lei è corretta l'indicazione ricevuta dal Comune? (ma in tal caso come mi devo comportare per i beni strumentali e per la differenza con il valore indicato in successione?? !!!!!!