Data una società che esercita l'attività di ristorazione, di livello medio-alto, a seguito di un accertamento dell'Agenzia delle Entrate è stato contestato il metodo di valutazione delle rimanenze finali di magazzino. L'azienda ha operato nel seguente modo:
- i vini da tavola: sono stati classificati con riferimento alla fascia di prezzo di acquisto (esempio: da €4,76 a €7,50 n.200 bottiglie; da €7,51 a € 13,00 n.150bottiglie, ecc...)
- è stata individuata una categoria "residuale" che racchiude aceto, bibite,detersivi,funghi conservati,legumi,olii,conserve, ecc le cui quantità sono irrisorie e per ciascuna di esse è stato indicato un valore approssimativo/indicativo, in quanto acquistati in imballaggi di cartoni ed utilizzati di volta in volta (esempio : valore € 2.114 dato da bibite per € 48, detersivi per € 500; funghi conservati per € 320; olii vari per €100 ecc...) : è necessario indicare la quantità ed il prezzo medio di ciascuna categoria, considerato il peso irrisorio e di conseguenza il valore singolarmente preso per ciascuna specie.
La nostra domanda è: la contestazione che ci viene sollevata è fiscalmete ammissibile o meno, in considerazione della difficoltà a quantificare i succitati beni in relazione alla esiguità del valore e delle quantità. Contestando questo sono arrivati ad un accertamento induttivo.