Situazione: società in nome collettivo con due soci aventi pari quote al capitale sociale : 50% ciascuno. La società possiede due unità locali (una di dimensioni 1/3 rispetto alla maggiore).
Operazione che si intende realizzare: Il socio B opererà recesso (atipico) attraverso cessione della quota al socio A il quale continuerà l’attività come socio superstite sfruttando il limite dei 6 mesi per la ricostituzione della compagine sociale. Il recesso verrà operato attraverso rogito notarile. Nel contempo lo stesso socio B aprirà propria partita IVA e acquisterà tutte le attrezzature presenti nella unità locale minore. La cessione delle attrezzature avverrà a mezzo fatture assoggettate ad IVA.
Aspetti salienti: a) il valore venale della quota di recesso sarà determinato da un bilancio infrannuale comprendente gli ammortamenti in 12mi fino al 31/10 + una quota di avviamento valutata secondo gli ultimi 3/5 anni di reddito. Il tutto rapportato al 50% della quota di utili spettanti ; b) il valore venale della quota al netto del costo fiscale della partecipazione sarà per la società un costo deducibile per competenza; c) altresì per competenza – e quindi prescindendo dall’effettivo pagamento – verrà tassata la quota di recesso in quanto considerata come reddito da partecipazione e non di capitali; d) per quanto detto al punto c) detto reddito verrà dichiarato al quadro RH; e) si potrà optare per la tassazione separata essendo la società in vita da più di 5 anni ed idem la qualifica del socio recedente; f) ci saranno dei plusvalori probabili sulle attrezzature. Detti plusvalori saranno reddito da plusvalenza per la società e potranno essere rateizzati in quanto realizzati su beni posseduti per almeno un triennio.
Si chiede cortesemente se secondo la Vs. illustre opinione l’operazione sia congegnata correttamente da un punto di vista fiscale e nello specifico se non sia invece giocoforza necessaria - ossia coercitiva - una operazione di cessione d’azienda (assoggetta dunque all’imposta di registro ed alla regolamentazione specifica delle cessioni d’azienda) stante il fatto che di fatto la società sta cedendo le attrezzature di una intera unità locale (ancorché di ridotte dimensioni rispetto alla maggiore) ed altresì i locali sono oggi detenuti – e continueranno ad esserlo – in comodato gratuito d’uso essendo gli stessi del genitore del socio recedente. In altre parole si chiede se il cedere tutte le attrezzature con fattura possa essere contestabile dal fisco tenendo conto al contempo che nel valore di recesso verrà considerato l’avviamento ed il valore normale della stessa.
Ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti.