Due coniugi in regime di separazione di beni, sono proprietari singolarmente di alcuni appartamenti. Nell’anno 2010 questi immobili sono stati immessi mediante atto notarile, nel fondo patrimoniale. Successivamente detti immobili sono stati tutti affittati in regime di cedolare secca. L’opzione per la cedolare secca è stata indicata nei contratti per cui non è stata inviata la raccomandata all’inquilino (circ.26/2011). Nei singoli contratti come locatore è indicato il nome del solo proprietario effettivo e non anche del coniuge. I contratti sono tutti registrati con l’opzione per la cedolare secca. Il coniuge non intestatario del contratto e non proprietario effettivo, ha sempre dichiarato mediante cedolare secca il 50% del reddito, senza però aver autonomamente optato per la cedolare secca presentando il mod.69 allegando copia dell’atto di fondo patrimoniale come prova del diritto.
Considerato che l’opzione per la cedolare secca e quindi le clausole previste per la cedolare (rinuncia aggiornamento canoni) sono pattuite nei singoli contratti di locazione, si ritiene che l’altro coniuge anche se non è intervenuto in contratto, non possa avanzare richiesta al conduttore di aumenti del canone e quindi le clausole contrattuali sono vincolanti anche per lui, inoltre tenuto conto che la sua quota di canoni fin dall’inizio dei contratti li ha sempre assoggettati a cedolare secca, si può ritenere che l’opzione per la cedolare del coniuge non intestatario del contratto, possa essere ritenuta espressa per comportamento concludente, anche senza aver presentato il mod.69, considerandolo eventualmente un errore formale, oppure non è possibile per cui l’altro coniuge finchè non presenta la sua opzione mediante modello 69 (oggi RLI) “deve” dichiarare il reddito senza cedolare secca??