Un imprenditore italiano che si occupa di commercio online di computer e atri componenti codice Ateco 479110 da tempo si avvale della piattaforma amazon per la vendita dei prodotti da lui commercializzati sia sul territorio italiano che in altri paesi Ue, vendite che avvengono sia nei confronti di soggetti passivi iva che nei confronti di consumatori finali.
Con riferimento alle vendite in altri paesi ue nel caso di vendite a soggetti passivi iva emette fattura non imponibile iva ai sensi dell'art. 41 Dl 331/93, mentre nel caso di vendite a consumatori privati applica l'iva italiana del 22% in quanto il trasporto o la spedizione dei beni è stata curata dallo stesso cedente e l'ammontare delle cessioni effettuate nello stato di destinazione non hanno superato la soglia stabilita da ciascuno stato.
Ultimamente Amazon ha informato l'imprenditore italiano della possibilità' di iscriversi a " SERVIZI IVA SU AMAZON" che gli consente di assolvere a tutti gli obblighi in materia di iva, in particolare con la collaborazione di Avalara, fornitore di servizi fiscali a livello globale, servizi iva su Amazon si occuperebbe di aprire una partita iva su ciascun stato della ue con cui si effettuano vendite a consumatori privati, calcolo dell'iva da versare su ciascun paese preparazione e invio della dichiaraizoni iva da presentare a ciascun paese, e presentazione dei modelli intrastat il tutto al costo annuo di € 400,00 per ciascun paese e per il primo anno il servizio è gratuito.
L'imprenditore italiano vorrebbe sottoscrivere questo servizio in previsione di poter aumentare le proprie vendite nei confronti di consumatori privati ue anche al di sopra delle soglie stabilite da ciascun paese pero' non sono ben chiari alcuni aspetti fiscali sui quali vorremmo dei chiarimenti anche perchè amazon non riesce a fornire chiarimenti in merito.
Dal punto di visto iva abbiamo approfondito la questione e abbiamo riscontrato che:
Ai fini della posizione iva italiana:
1) l'imprenditore italiano puo' emettere un'unica fattura attiva valida sia ai fini italiani che ai fini del paese di destinazione dei beni strutturando l'addebito del corrispettivo distinguendo le singole componenti dell'addebito come corrispettivo non imponibile art. 41 c. 1 lett. b. Dl 331/93 e l'ammontare dell'iva del paese estero, e indichera' in tale fattura sia la partita iva italiana che la partita iva estera
2) adottare un numerazione distinta delle fatture attive per singolo paese di destinazione dei beni
3) presentare il modello intra-1bis
Ai fini della posizione Iva del singolo paese estero di destinazione dei beni l'impresa italiana deve trasmettere al gestore della posizione iva locale copia delle fatture emesse nei confronti dei consumatori finali incaricandolo di espletare gli adempimenti iva nel paese di sua residenza quindi:
1) annotare la fattura sul registro delle fatture emesse
2) presentare il modello intrast
3) liquidare e versare l'iva, presentare la dichiarazione iva e quant'altro previsto ai fini iva da ciascun paese
Quindi ai fini della posizione iva italiana si chiede di capire se
a) l'imprenditore italiano che emette fattura valida sia ai fini italiani che ai fini del paese di destinazione dei beni deve prevedere la registrazione di queste fatture anche in registri iva italiani? magari in sezionali diversi creati per ciascuno stato membro?
b) l'imprenditore italiano deve conservare insieme ai registri iva per la partita iva italiana anche i registri iva gestiti per le varie partite ive estere ?
c) l'iva addebitata in fattura in base alle aliquote stabilite da ciascun stato ue come deve essere trattata dall'imprenditore italiano? deve in qualche modo farla comparire negli eventuali registri iva che deve tenere per annotare queste fatture?
e) se il modello intrast è presentato direttamente dal gestore della posizione iva locale nei vari stati membri per le varie partite iva estere deve essere presentato ugalmente dall'imprenditore italiano all'interno della sua partita iva italiana?
Ai fini reddituali si chiede di capire come deve comportarsi l'imprenditore italiano in particolare
a1) avendo aperto la partita iva in ogni stato in cui sono avvenute le vendite a consumatori privati ue i ricavi prodotti da ciascuna partita iva estera devono confluire con i ricavi prodotti dalla partita iva italiana e quindi essere inseriti nel bilancio italiano ed essere tassati in italia in base alla normativa vigente? e in questo caso in che modo questi ricavi devranno essere certificati dalle partite iva estere a quella italiana per poterli inserire in bilancio?
b1) oppure avendo aperto la partita iva in ogni stato ue, ogni singola partita iva ue dichiara i ricavi prodotti in ciascuno stato e quindi non confluirenno nei ricavi prodotti in italia e tanto meno saranno inseriti nel bilancio italiano , e pertanto paghera' le imposte solo in ogni stato in base alle normative fiscali di ciascuno stato?
c1) ai fini reddituali e del bilancio l'imprenditore deve predisporre dei bilanci diversi per ogni stato ue oppure no?
d1) come deve comportarsi l'imprenditore italiano ai fini delle registrazioni contabili delle movimentazioni finanziare derivanti da ciascuna vendita nei vari paesi ue ?
e1) l'iva addebitata in fattura in base alle aliquote stabilite da ciascun stato ue rappresenta per la posizione italiana un ricavo oppure no?