Una società a responsabilità limitata esercente l’attività di albergo (4 stelle) ha stipulato un contratto di franchising con una catena di alberghi internazionale e con sede fiscale in un paese UE.
Il contratto prevede, tra l’altro, il pagamento di royalties in percentuale fissa con la clausola di gross up. In pratica alla casa madre deve essere riconosciuto il corrispettivo “netto tasse”. La casa madre fattura il netto che deve essere pagato e sostiene che, fatto 100 l’importo dovuto e fatturato, la società italiana debba pagare 100 e conteggiare la ritenuta di 5 registrando un semplice “Costo imposte a Banca”.
Tralasciando la problematica relativa alla percentuale della ritenuta d’acconto (5% convenzionale o 30% ordinaria) per la quale sono già in corso gli opportuni controlli, alla nostra obiezione circa una evidente sotto fatturazione della casa madre, la risposta è stata che trattandosi di corrispettivi dovuti con la clausola di gross up, non è possibile fare diversamente e che in fin dei conti allo stato italiano interessa che sia versata una ritenuta. Una ulteriore considerazione è stata che nessun altro albergo nelle nostre condizioni ha mai sollevato questa problematica.
Si chiede se la pattuizione comprendente la clausola di gross up, possa in qualche modo essere motivo di tale comportamento, a nostro parere errato. In caso contrario si chiede un consiglio su come procedere, vista la totale indisponibilità di controparte a modificare il criterio di fatturazione:
La segnalazione di errata fatturazione all’Agenzia delle Entrate presumibilmente non porterebbe risultati in quanto soggetto estero e anzi, potrebbe nuocere ai rapporti commerciali tra le parti. Pertanto si vorrebbe del tutto evitare.