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Notizie Flash 07/04/2021

No Irap per il professionista con un collaboratore saltuario

No Irap per il professionista con un collaboratore saltuario

Il professionista non è tenuto al versamento dell’Irap anche se ha assunto un collaboratore saltuario addetto alla riorganizzazione dellarchivio dello studio.

È quanto affermato dalla Cassazione che, con l’ordinanza n. 9221 del 6 aprile 2021, ha respinto il ricorso dell’Agenzia delle entrate.

Il collaboratore era stato coinvolto nell’attività di riorganizzazione dell’archivio legale. Ma la sua attività era risultata saltuaria, anche alla luce della remunerazione percepita, pari a 5 mila euro.

Tale aspetto ha indotto prima i giudici di merito poi la Cassazione ad annullare l’avviso di accertamento emesso ai fini Irap.

Per gli Ermellini, infatti, il requisito dell’autonoma organizzazione sussiste tutte le volte in cui il contribuente che eserciti l’attività di lavoro autonomo:

“a) sia, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell’organizzazione e non sia, quindi, inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse;

b) impieghi beni strumentali eccedenti le quantità che secondo l’id quod plerumque accidit costituiscono nell’attualità il minimo indispensabile per l'esercizio dell’attività anche in assenza di organizzazione oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui che superi la soglia dell’impiego di un lavoratore che esplichi mansioni di segretaria ovvero meramente esecutive” (cfr. sul punto Cass. SS.UU. 9451/2016 e 24643/2018).

Quanto alla non occasionalità delle prestazioni svolte da un terzo, l'impiego non occasionale di lavoro altrui, quale elemento significativo dell'esistenza di un'autonoma organizzazione - che costituisce, a sua volta, presupposto dell'imposta - può essere desunto dai compensi corrisposti a terzi, purché correlati allo svolgimento di prestazioni non occasionali, afferenti all'esercizio dell'attività del soggetto passivo (cfr. Cass. 27423/2018).

Nel caso di specie la Ctr, con accertamento di fatto non censurabile, ha rilevato loccasionalità dellattività svolta dal collaboratore esterno, remunerato in modo non consistente, per lattività di riorganizzazione dellarchivio legale.

Con ordinanza 33547/2019, invece, la Cassazione ha stabilito che paga l’Irap il professionista che assume un ingegnere per informatizzare il servizio di segreteria.

In quel caso il professionista aveva ammesso di essersi avvalso di un dipendente, al quale è stata versata la somma di 22.140 euro lordi, il quale, oltre a svolgere mansioni di segreteria, disponeva della qualifica di ingegnere informatico e aveva la funzione di informatizzare la segreteria personale del dottore, occupandosi altresì della manutenzione ordinaria dell'hardware e del software, con il che da un lato si afferma che l’ingegnere informatico svolgeva funzioni ulteriori rispetto a quelle di segreteria e dall'altro che non era certo adibito a funzioni meramente esecutive, dovendo provvedere alla funzione, particolarmente delicata dal momento che il suo datore di lavoro era un cardiologo.

 

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Fisco passo per passo 13/11/2025
Verifiche fiscali e obbligo di motivazione: l’impatto del nuovo articolo 12 dopo la sentenza Italgomme
Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), insieme alla Fondazione Nazionale dei Commercialisti (FNC), ha pubblicato il 13 novembre 2025 un documento di ricerca di notevole rilievo, dal titolo: Le verifiche fiscali all’indomani della sentenza Italgomme: il nuovo articolo 12 dello Statuto del contribuente. Il testo fornisce un’approfondita analisi delle modifiche normative intervenute nel 2025 in materia di accessi e ispezioni fiscali, alla luce della recente giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU).
L’evoluzione della Giurisprudenza 13/11/2025
Fondazioni familiari: legittima la disparità di trattamento fiscale tra residenti e non residenti
Con la sentenza del 13 novembre 2025, resa nella causa C142/24, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è pronunciata in materia di tassazione del trasferimento patrimoniale alle fondazioni familiari, affrontando una questione particolarmente sensibile in tema di libertà di circolazione dei capitali all’interno dello Spazio Economico Europeo (SEE). Al centro della controversia, l’ammissibilità di una normativa nazionale che, nel disciplinare il prelievo fiscale sulle fondazioni familiari, distingue tra quelle residenti e quelle non residenti, applicando esclusivamente alle prime una classe d’imposta più favorevole, basata sul grado di parentela tra il fondatore e il beneficiario indicato nell’atto costitutivo. v Secondo la normativa oggetto di esame, l’applicazione di un’imposta sostitutiva sulle successioni in favore delle fondazioni familiari residenti prevede che il coefficiente di imposizione sia calcolato tenendo conto del rapporto familiare più distante tra il fondatore e i beneficiari, come risultante dallo statuto o dall’atto costitutivo della fondazione stessa.
Fisco passo per passo 13/11/2025
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Notizie Flash 13/11/2025
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