L’astensione dei commercialisti si concretizzerà con il mancato invio dei modelli F24 dei commercialisti stessi tra il 30 settembre e il 1° ottobre. La protesta riguarderà solo il pagamento delle imposte dei commercialisti e non anche quelle dei clienti. Inoltre, dal 29 settembre al 7 ottobre, vi sarà l’astensione dalle udienze nelle Commissioni Tributarie. L’Associazione Italiana Dottori Commercialisti ha specificato come l’adesione alla protesta non produrrà, a carico dei professionisti, il pagamento di sanzioni o interessi.
Con comunicato stampa del 19 settembre 2019 l'AIDC torna sullo sciopero dei commercialisti.
L’astensione è stata annunciata da tutte le sigle sindacali ADC, AIDC, ANC, ANDOC, FIDDOC, SIC, UNAGRACO, UNGDCEC e UNICO, ed ha avuto il sostegno del Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
Diverse sono le motivazioni che hanno spinto verso questa azione di astensione. Prima di tutto la confusione creata con gli indici sintetici di affidabilità e il mancato accoglimento della richiesta di disapplicazione degli indici per l’anno 2018, o in subordine della possibilità di renderli facoltativi.
Tra l’altro ha acuito la situazione il perdurare del caos, con la semplificazione degli adempimenti da tempo promessa da tutte le forze politiche, ma mai concretamente attuata e, su tutte, il mancato rispetto dello Statuto dei diritti del contribuente.
La protesta si concretizzerà con il mancato invio dei modelli F24 dei commercialisti tra il 30 settembre e il 1° ottobre, protesta che verterà solo sul mancato pagamento delle imposte dei commercialisti (e non anche di quelle dei clienti); inoltre, dal 29 settembre al 7 ottobre, vi sarà l’astensione dalle udienze nelle varie Commissioni Tributarie.
L’adesione alla protesta non produrrà, a carico dei commercialisti, il pagamento di sanzioni o interessi.
Quattro le richieste avanzate al MEF, per le quali si chiede con urgenza l'esame del Ministro Gualtieri: