Tutti ci aspettavamo, dopo le rassicuranti parole del Ministro dell’Economia Padoan, il definitivo annullamento delle clausole di salvaguardia. Leggendo poi il testo che è stato inviato per la firma al Presidente della Repubblica, prima della pubblicazione in GU, ci accorgiamo che si tratta solo e soltanto di un rinvio, un nuovo rinvio. SI prevede infatti una rimodulazione dell’aumento delle aliquote IVA nel triennio 2018-2020.
L’aumento originario delle aliquote IVA e il suo rinvio – La Legge di Stabilità per il 2015 (L. 190/2014), aveva previsto l’aumento sia dell’aliquota Iva ordinaria del 22% che dell’aliquota IVA agevolata del 10%. L’aumento sarebbe dovuto divenire efficace dal 1° gennaio 2016.
Nella versione originaria della Legge di stabilità 2016 si prevedeva l’annullamento dell’incremento delle aliquote IVA a partire dal 2016. Le risorse non sono state però sufficienti. Nel testo definitivo della Legge di Stabilità 2016 si è previsto solo di un rinvio al 1° gennaio 2017 dell’aumento delle aliquote IVA.
La Legge di bilancio per il 2017 – La Legge di Bilancio per il 2017 rinviava al 2018 e al 2019 l’incremento delle aliquote IVA, fissato al 2017, con la speranza di reperire le risorse necessarie e annullare in maniera definitiva l’attuazione della clausola di salvaguardia.
Nello specifico, si prevedeva che:
La manovra di primavera– La c.d. manovrina interviene sull’aumento delle aliquote IVA prevedendo che:
Per completezza d’informazione segnaliamo che nel DEF è stato previsto il definitivo annullamento delle clausole di salvaguardia. Il problema è sempre lo stesso: trovare le risorse.