
Se in un contratto di compravendita immobiliare è prevista una condizione risolutiva, il verificarsi di tale condizione non libera automaticamente l’acquirente dal pagamento dell’Imu. L’acquirente resta obbligato a pagare l’imposta per gli anni successivi all’acquisto, anche se il contratto viene annullato retroattivamente, almeno finché il Comune non viene informato ufficialmente dell’annullamento. Il Comune, però, non può giustificare la mancata conoscenza della clausola risolutiva solo perché non era annotata nei registri immobiliari, se poteva venirne a conoscenza in altri modi.
Lo ha stabilito la Cassazione con l’ordinanza 26172 del 25 settembre 2025, con cui ha accolto il ricorso di una società.