Gli amministratori indagati per reati tributari sono legittimati ad impugnare il sequestro preventivo disposto a carico della loro srl, ritenuta una società-filtro nell’ambito di una frode carosello. E ciò perché è nella stessa ricostruzione che i pm pongono a fondamento della misura cautelare che la srl è indicata come «schermo fittizio»: gli amministratori di fatto e quello di diritto, dunque, sono legittimati a chiedere il dissequestro dei soldi bloccati sul conto corrente della società in quanto i beni colpiti, pur se formalmente appartenenti alla società, erano in realtà nella loro effettiva disponibilità.
Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza 30437 del 9 settembre 2025, con cui ha accolto il ricorso di alcuni indagati.