L’assoluzione piena e definitiva del legale rappresentante a seguito di pronuncia emessa dal Gip non salva la società dall’accertamento dall’Agenzia delle entrate. Inoltre, non sussiste l’identità del fatto ove il giudice tributario attribuisca alle operazioni contestate il carattere dell’inesistenza oggettiva, a fronte della diversa qualificazione, di tipo soggettivo, data nell’ambito del procedimento penale.
È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con l'ordinanza 13370 del 20 maggio 2025, ha respinto il ricorso del contribuente prosciolto, nella fase preliminare del procedimento, e non mandato a processo per insufficienza di prove.