Con la sentenza n. 8259 del 28 febbraio 2025, la Corte di Cassazione ha ribadito la portata del reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, disciplinato dall’articolo 11 del D.Lgs. n. 74/2000, estendendone la rilevanza anche al coniuge complice, pur non essendo questi direttamente debitore nei confronti dell’Erario. Il caso esaminato riguarda una coppia che, per evitare l’azione di riscossione da parte dell’amministrazione finanziaria, ha inscenato una separazione consensuale e un successivo divorzio, pur continuando a convivere more uxorio, compiendo atti giuridici volti a sottrarre beni aggredibili da parte del Fisco.