Legittimo il sequestro preventivo per il reato di dichiarazione infedele per l’amministratore della società che non indica nella dichiarazione Ires la sopravvenienza attiva per la cancellazione di un debito, quando la posta corrispondente è stata esposta come costo di gestione negli esercizi precedenti. La dichiarazione infedele si configura anche per i costi che sono stati soggetti a deducibilità limitata. La rinuncia a un credito da parte della banca o del socio, infatti, pesa sul piano fiscale nell’anno di riferimento perché modifica una posta che va a comporre la base del reddito, a condizione che in passato sia stata indicata come costo, altrimenti non costituisce una sopravvenienza attiva imponibile perché non ha concorso a formare il reddito della società.
Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza 18216 del 9 maggio 2024 con cui ha rigettato il ricorso del legale rappresentante di una società.