È legittimo l’accertamento fiscale basato sulla pen drive rinvenuta in un’auto aziendale intestata alla società e concessa in uso promiscuo al direttore di stabilimento. Non è necessaria l’autorizzazione della Procura, trattandosi di spazio equiparato ai locali aziendali.
È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con la sentenza n 36474 del 24 novembre 2021, ha respinto sul punto il ricorso di una società.