Le società devono conservare le scritture contabili obbligatorie oltre dieci anni. Ai fini dell’accertamento, infatti, l’amministrazione finanziaria può esigere un periodo superiore, soprattutto ai fini della documentabilità dei costi sostenuti.
Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 16752 del 6 agosto 2020, ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate.