L’accertamento fiscale sui conti correnti bancari è lecito solo quando il giudice abbia esaminato, punto per punto, tutte le giustificazioni fornite dal contribuente sulle operazioni considerate dall’ufficio come sospette e recuperate a tassazione. È necessario un esame analitico degli estratti e dei movimenti poco chiari.
Lo ha ricordato la Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 9423 del 22 maggio 2020, ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate.