Il diniego all'istanza di condono può essere anche implicito, come nel caso in cui l'ufficio proceda in forza dell'atto impositivo all'iscrizione a ruolo a titolo definitivo.
Inoltre i principi stabiliti dalla Corte di Giustizia in ordine alla non condonabilità dell’Iva ed all’incompatibilità con il diritto comunitario della legge 289 del 2002 non si applicano all’art. 15 della predetta legge che regola la definizione delle liti potenziali e non determina una rinuncia indiscriminata dell’amministrazione all’accertamento.
Lo ha stabilito la Cassazione con ordinanza 14946 del 31 maggio 2019 con cui ha accolto il ricorso di una società in ordine alla condonabilità dell’Iva contenuta in un avviso di accertamento ma ha anche riconosciuto la legittimità del diniego implicito di condono opposto dall’Agenzia delle entrate con la notifica della cartella di pagamento quale atto esecutivo conseguente al mancato perfezionamento della definizione di cui all’art. 15 della legge 289/2002.