Non basta un’operazione di mero incremento del patrimonio a escludere la natura di comodo della società destinataria dell’accertamento Ires. E ciò perché il test di operatività e la presunzione di inoperatività della compagine agiscono sul diverso piano del reddito, confrontando i ricavi effettivi a conto economico e quelli figurativi proiettati dagli asset: un’isolata operazione patrimoniale, invece, non esprime redditività per la società e dunque non ne esclude la natura fittizia, anzi ne dà la più chiara dimostrazione.
Lo ha stabilito la Cassazione con ordinanza 33002 del 20 dicembre con cui ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate.