La bozza del Collegato Fiscale, in attesa di approvazione defintiva, introduce per
una previsione recante l’obbligo di tenuta di uno o più correnti bancari o postali utilizzati per la gestione dell'attività (tali conti, pertanto, dovranno essere utilizzati per compiere prelevamenti per il pagamento delle spese sostenute e per far affluire obbligatoriamente i compensi riscossi nell'esercizio dell’attività professionale).
I predetti conti dovranno essere dedicati esclusivamente a prelievi e versamenti relativi all’attività esercitata.
La misura non si applica ai contribuenti persone fisiche nella fase di start up. In particolare di prevede che la disposizione si applica, per i soggetti ivi indicati, a partire dal secondo anno di attività
La platea su cui insiste la norma si compone di
L'intenzione del Legislatore è quello di esercitare un effetto deterrente all'evasione fiscale, contribuendo a rendere più chiaro il collegamento tra i proventi dell’attività professionale e i conseguenti flussi di cassa.
Tale effetto risulta aggiuntivo rispetto ad altre norme, già quantificate nei flussi del bilancio pubblico, che hanno previsto la tracciabilità dell’attività dei contribuenti quali l’obbligo di trasmissione telematica delle fatture e l’invio telematico dei corrispettivi.
Per capire le reali intenzioni del Governo, basta leggere la relazione tecnica e l'aumento di gettito auspicato.
Attualmente le persone fisiche titolati di partita IVA, al netto dei contribuenti forfetari, assicurano al bilancio pubblico 19,1 miliardi di imposta netta IRPEF, 12,3 miliardi di IVA di competenza e 1,3 miliardi di IRAP.
L'obiettivo del Legislatore, con l'introduzione della misura in questione, è ottenere un maggior gettito, arrivando alle seguenti cifre: 38,2 milioni di IRPEF, 24,6 milioni di IVA e 2,7 di IRAP, per un totale di 65,6 milioni.