L’art. 19 del D.lgs. n. 546/1992 contiene un elenco tassativo di atti impugnabili dai contribuenti dinanzi le commissioni tributarie. La normativa e la prassi dell’Agenzia hanno, tuttavia, determinato l’emissione di una pluralità di atti e documenti non contemplati in tale elenco (es.: l’avviso bonario; gli interpelli; l’estratto di ruolo; ecc.), che sono dovuti passare dal vaglio della giurisprudenza al fine di valutarne l’inquadramento tra gli atti impugnabili. In tale scenario si colloca l’ordinanza della cassazione, n. 16962/2017 relativamente alla impugnabilità del diniego dell’interpello relativo alle società di comodo.
A tal fine va poi considerato che è mutato il regime normativo riguardante la disciplina degli interpelli, per effetto della riforma contenuta nel D.lgs. 156/2015, che ha modificato l’art. 11 dello Statuto del Contribuente.