Nel corso dell’iter di conversione del DL 119/2018 (c.d. "Collegato alla Legge di bilancio 2019") sono stati presentati degli emendamenti in Commissione Finanze al Senato con l’intento di differire l’entrata in vigore generalizzata della fattura elettronica. In sostanza, dovrebbe prevedersi un graduale avvio dell’obbligo di utilizzare la fattura elettronica a partire dalla società quotate dal 1° gennaio 2019 fino ad applicarsi alla generalità dei contribuenti dal 1° gennaio 2022.
Da un punto di vista tecnico si propone di modificare l'introduzione dell’obbligo di utilizzo della fattura elettronica:
- a partire dal 1° gennaio 2020: per le società quotate in borsa e per gli altri soggetti con più di duecentocinquanta dipendenti;
- dal 1 ° gennaio 2020: per gli altri soggetti con più di cinquanta dipendenti;
- dal 1 ° gennaio 2021: per gli altri soggetti con più di dieci dipendenti;
- dal 1 ° gennaio 2022: per tutti gli altri soggetti non esonerati.
Per i contribuenti che pur non obbligati adotteranno in via anticipata la fattura elettronica, si prevede un regime premiale che consiste:
- dall'esclusione dagli obblighi di: tenuta dei registri delle fatture emesse e dei corrispettivi; comunicazione dei dati delle fatture emesse; presentazione degli elenchi riepilogativi, anche se con valenza esclusivamente statistica, degli acquisti intracomunitari di beni e servizi; comunicazione dei dati economici, contabili e strutturali rilevanti per l'applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale;
- l'esecuzione in via prioritaria dei rimborsi IV A, entro tre mesi dalla presentazione della dichiarazione annuale, anche in assenza dei requisiti di cui all'articolo 30, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633;
- l'anticipazione, in ogni caso, di tre anni dei termini di decadenza per l'attività di accertamento;
- la maggiorazione del 150 per cento del costo di acquisizione dell'hardware, del software e dei servizi necessari per l'emissione e la trasmissione delle fatture in formato elettronico e per l'eventuale trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi;
- un credito d'imposta pari al 100 per cento della spesa sostenuta per il rilascio dei visti di conformità e dell'attestazione necessari per avvalersi del regime di premialità.
L’emendamento è stato presentato da un membro della "minoranza" (senatore Bertoldi di FdI) in Commissione Finanze del Senato; dunque non è garantito neppure l’esito positivo della votazione in Commissione (oltre, ovviamente, a quello eventualmente successivo del Parlamento).
Siamo ancora distanti dal poter affermare che siamo vicini ad una proroga dell’entrata in vigore della fattura elettronica.