I costi per le consulenze legali sostenuti dalla controllante e riaddebitati alla controllata nell’ambito di una complessa operazione di acquisizione societaria, si possono detrarre se il giudice non accerta la «evidente incongruità dell’operazione».
Ciò in quanto in tema di detrazione dell’Iva assolta, il principio di neutralità impone che l'inerenza debba essere valutata secondo un giudizio di carattere qualitativo, e non quantitativo, correlato all'attività di impresa, con la conseguenza che, in tema di IVA, la stessa non può essere esclusa solo in virtù di un giudizio sulla congruità del costo che non condiziona né esclude il diritto alla detrazione, salvo che l'amministrazione finanziaria dimostri la macroscopica antieconomicità della operazione, che costituisce elemento sintomatico dell'assenza di correlazione della stessa con l'esercizio dell'attività imprenditoriale.
A sancirlo è la Cassazione con la sentenza 19341 del 18 settembre 2020 con cui ha accolto il ricorso di una società.