Legittima la condanna per associazione a delinquere i professionisti dello studio associato nonché i collaboratori e dipendenti che, sotto il coordinamento del dominus e dietro lo schermo di una società di servizi, commettono reati fiscali (nel caso di specie compensazioni di crediti inesistenti e false fatturazioni).
Lo ha precisato la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 11570 del 7 aprile 2020, ha respinto il ricorso di un commercialista che, coadiuvato dai suoi collaboratori e in concorso con i clienti, aveva commesso numerose compensazioni indebite di imposte.