La condotta particolarmente grave del contribuente, come l’emissione di fatture false per importi rilevanti, non legittima l’emissione dell’accertamento fiscale emesso prima di sessanta giorni dal rilascio del verbale da parte della Guardia di finanza.
È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 32081 del 9 dicembre 2019, ha accolto il ricorso della curatela di una società che aveva ricevuto un accertamento con cui erano stati recuperati a tassazione maggiori redditi a seguito del disconoscimento di fatture false per importi rilevanti.